Non è tutta colpa tua!

Chi di noi non si è sentito in colpa per ciò che ha fatto, per ciò che non ha fatto? oppure per quello che ha detto o non ha detto? credo tutti.

Siamo tutti figli di una narrazione della realtà che ci blocca dentro l’interminabile gioco dei sensi di colpa. La lettura della realtà, ad oggi maggiormente condivisa, fonda le sue basi su un modello meccanicistico che ci rende uomini e donne misurabili, governabili e prevedibili.

Crediamo che siamo così perché abbiamo avuto una madre in un certo modo o un padre in un altro; perché abbiamo fatto certe esperienze o certe altre.

Questa visione ci può portare a vivere il ruolo di genitori nella continua ansia di fare errori e nel conseguente senso di colpa facendoci perdere la gioia del veder crescere i nostri figli, distraendoci dal loro mondo e dal veder fiorire i loro talenti.

Esiste una narrazione della realtà diversa da questa?

Si, esiste. Tutte le tradizioni spirituali del mondo ne contengono il seme e oggi anche la fisica quantistica ci aiuta nel prenderne coscienza.

La realtà esiste perchè c’è una coscienza che la osserva.

Immagina allora che tu stia sognando, ecco cosa è la realtà: un sogno della tua coscienza.

Tutto ciò che è nella tua coscienza, i tuoi cari, i tuoi amici, il tuo lavoro, la tua casa esistono solo perché tu li stai immaginando. Sono una proiezione della tua psiche e in loro abita quella stessa coscienza che anima il tuo e il loro sogno. Allora ecco che puoi percepire, vedere, sentire che tu, loro e io siamo l’UNO, il campo di energia nel quale tutto appare e svanisce.

In questo sistema di percezione “quantistico” della realtà è la nostra coscienza che porta in essere tutte le immagini con le quali ci relazioniamo. Ecco quindi che noi, o meglio la nostra anima, porta in essere l’immagine della nostra nascita, dei nostri genitori, dei nostri avi, dei nostri compagni, dei nostri figli e delle nostre esperienze di vita.

Da questa prospettiva noi non siamo così perché i nostri genitori ci hanno fatto sentire sbagliati ma in virtù del fatto che la nostra anima doveva fare l’esperienza di sentirsi sbagliata che abbiamo scelto proprio questi genitori.

Stiamo passando da un modello di causa-effetto ad un modello di “fine”: è per un dato fine che facciamo certe esperienze.

Questa prospettiva inevitabilmente cambia totalmente il nostro focus nella relazione con i figli. Come noi abbiamo scelto loro, loro hanno scelto noi per fare le loro esperienze che prescindono dalla piccola volontà del mio Io.

Possiamo pacificare tutte le immagini del passato: smettere di raccontare la storia del non amato, del peccato, della colpa, dell’espiazione e dare alle immagini del passato un nuovo significato.

Fai questo esercizio:

Scegli in questo momento di rileggere tutto ciò che ti è successo. Senti di essere in un continuo ed incessante attimo presente , perché tutto accade qui e ora. Scegli tua madre e tuo padre, l’infanzia, l’adolescenza i tuoi figli ed il tuo futuro.

Tutto è frutto di una decisione che avviene qui e ora.
Scegli CHI VUOI ESSERE.
Questa scelta comporta consapevolezza mentre sentirti vittima significa permanere nell’ignoranza del non sapere che puoi scegliere.

Per le persone è così difficile perché comporta un’enorme responsabilità.

Riassumersi la responsabilità di tutte le immagini che si sono sperimentate in vita è anche la chiave segreta dell’arte del morire. È molto difficile perché è molto più facile spostare la responsabilità su qualcun altro o qualcos’altro.

Siamo alle soglie del salto quantico, possiamo farlo insieme.

Prendiamo tutto il passato e di fronte a tutto ripetiamo questo mantra: ECCO CIÒ CHE IO SONO, ECCO CIÒ CHE IO SONO, ECCO CIÒ CHE IO SONO. 

Con amore,

Stefania la tua Parent Coach Immaginale

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